mercoledì 18 aprile 2018

LO SPAZIO- COME VIENE PERCEPITO DEGLI ARTISTI


Circa due anni fà mi sono addentrata in questo argomento per scrivere un articolo per una Associazione di decoupage di cui ero Presidente. 
La ricerca ottenuta tramite le letture di libri, i miei studi sulla prospettiva per il Trompe l'oeil ed interrogazioni su internet hanno raggiunto questo risultato:

COME PERCEPIAMO LO SPAZIO? 
Immaginiamo di incamminarci vero una grande piazza, ci stupiamo per la vastità della piazza, siamo nel cuore della città. Difronte vediamo un bar e ci avviamo verso l’entrata. Entriamo e il locale ci si presenta più grande di quanto pensavamo, molto elegante ed illuminato da una luce cristallina proveniente da fuori. Senza averne coscienza i nostri occhi e i nostri spostamenti hanno percepito lo spazio in modo diverso: da quello della strada a quello interno nelle piccole stanze. La vista, i movimenti del corpo e le sensazioni che li accompagnano ci permettono di percepire le caratteristiche dello spazio che ci circonda. Gli occhi mandano al cervello segnali visivi che vengono elaborati dal nostro cervello e trasformati in informazioni utili a valutare le dimensioni dello spazio in cui siamo: Larghezza, Altezza e Profondità. 
Alcuni indicatori ci aiutano a comprendere e a valutare la misura dello spazio, la distanza degli oggetti che ci circondano e il rapporto fra i vari oggetti che occupano lo spazio. Questi indicatori si chiamano indici di profondità: 
la convergenza visiva delle Linee parallele 
• lo schiarire dei colori in lontananza 
• la sovrapposizione delle forme 
• la variazione delle dimensioni 
Quando gli oggetti si sovrappongono ad altri oggetti, coprendoli in parte, ci sembrano più vicini. In un paesaggio i colori sono più nitidi ed intensi nei piani vicini e sempre più chiari nei piani lontani. Lo schiarire del colore in lontananza ci offre un indizio sulla profondità dello spazio. E’ un fenomeno dovuto all’atmosfera , crea un filtro che fa sembrare più azzurri gli elementi più lontani ( già Leonardo Da Vinci aveva notato questo elemento e lo usava nei suoi quadri). Avete mai notato come le montagne in lontananza sono sempre più simili allo sfondo e si confondono con esso?  
Se invece si osserviamo un viale alberato potremo notare che i bordi della strada sembrano obliqui e convergenti in fondo al viale. Ecco queste sono le linee di convergenza cioè l’indice della profondità dello spazio, della distanza fra chi osserva  e il fondo della strada. Gli alberi sono tutti più o meno uguali ma quelli vicini ci appaiono più grandi.  
Molti artisti hanno cercato sempre di rappresentare lo spazio che li circonda cercando di riprodurlo simile alla realtà. E’ stato necessario creare delle regole che possano permetterlo:  la rappresentazione prospettica.  Sono regole scoperte e utilizzate sin dal quattrocento e permettono di dare l’illusione della profondità, sono procedimenti geometrici che permettono di riprodurre su una superficie piana uno spazio  tridimensionale: la prospettiva.                          
Disegnare un paesaggio, un ambiente o altro è come guardarli dalla finestra e disegnarli sul vetro. Quello che vediamo dipende dalla nostra posizione di osservazione. Ci spostiamo continuamente e i nostri occhi non sono mai fermi invece, per disegnare un paesaggio, ci dobbiamo fermare in un punto e quello sarà il nostro punto di vista (PV).
La scelta della posizione del punto di vista rispetto all’oggetto assume un’importanza fondamentale per la nitidezza della visione e per l’efficacia della prospettiva.  Si può cosi ottenere un punto di vista, centrale, angolare, dal basso o dall’alto, e grazie alle nuove tecnologie si riescono a cogliere anche punti di vista particolari che sono difficili da riscontrare in realtà ,come un punto di vista mentre si vola in aereo o l’utilizzo di obiettivi speciali per foto tipo “occhio di pesce”.
In altre parole il punto di vista dovrà essere scelto in modo tale che la rappresentazione dell’oggetto che ne segue, sia il più possibile simile alla rappresentazione reale. A tal fine è necessario tenere ben presente il campo visivo dell’osservatore, cioè quella porzione di spazio misurata in gradi che una persona può vedere tenendo testa ed occhi assolutamente immobili. 
Nella tecnica del disegno prospettico l’ampiezza del campo visivo si identifica nel cono ottico ottenuto tirando dal PV raggi visuali che hanno una ben precisa proprietà: non devono formare con l’asse visivo PV-P angoli maggiori di 30°. Entro tali gradi infatti la percezione degli oggetti è buona e tale risulta essere anche l’immagine prospettica. La base del cono ottico (il cerchio visivo) è determinato dall’intersezione dei raggi visuali con il quadro e si dice che l’immagine è “percettivamente corretta” quando i raggi visuali, portati agli estremi dell’oggetto, stanno all’interno del cono. 
 Il primo passo per costruire un’immagine prospettica è la ricerca dei punti di fuga. Il punto di fuga di una retta è la traccia sul quadro della parallela alla retta stessa passante per il PV. Poiché esso appartiene alla linea di orizzonte che rappresenta in prospettiva l’immagine dell’infinito (tale infatti è la distanza tra LO e LT) (La linea dell’orizzonte corrisponde all’altezza degli occhi di chi guarda) il punto di fuga di una retta rappresenta la prospettiva del suo punto all’infinito. Da ciò discende immediatamente il fatto che rette parallele hanno il medesimo punto di fuga F.
Per approfondire il discorso occorrerebbe parlare dei punti di distanza, delle rette parallele e perpendicolari al quadro e delle rette inclinate di 45° rispetto al quadro che vogliamo disegnare, parlare delle altezze in prospettiva e delle varie prospettive esistenti. Ma, queste nozioni vanno assimilate a piccole dosi e in modalità costante e con tanta pratica che ne facilita la comprensione. Studiare e mettere in pratica. 

Tutte queste nozioni possono essere utili anche per  un Decoupage con Trompe l’Oeil. Io ho iniziato cosi e poi ho amato solo pitturarlo il Trompe. Non è facile ma il mettersi in gioco aiuta. Non ho imparato da sola, ho frequentato un corso di pittura ma conoscere le regole della prospettiva vi farà creare dei capolavori nel decoupage. 
Pannello decorato in decoupage con effetto trompe l'oeil e 3D 
(i soggetti sono stati pitturati e poi ritagliati)

Ci basti pensare che gli artisti del medioevo applicavano una prospettiva intuitiva, cioè senza regole geometriche ma riuscivano comunque a far intuire la profondità, così come si diceva all’inizio dell’articolo. Nel 600 il Brunelleschi applicava magistralmente le regole della prospettiva perché l’aveva studiata,  nel 700 i Vedutisti riuscivano a rappresentare lo spazio utilizzando strumenti tipo la camera ottica e quindi hanno fatto ricerca e sperimentazione, nel 900 i cubisti la interpretarono in modo troppo personalizzato ma almeno si sono messi in gioco. 
E allora, anche noi oggi, possiamo su queste basi interpretare il nostro  spazio creativo:
• con le regole della prospettiva per un decoupage con Trompe L’Oeil di cui oggi vi ho fatto un piccolo ma piccolo riassunto
• con le regole e schemi geometrici per composizioni Classiche e Print Room
• con le regole  del peso visivo per una composizione equilibrata o sbilanciata
Noi siamo in grado, con un poco di ricerca e documentazione, di creare dei piccoli capolavori, delle perle di respiro che ci ossigenano l’anima per aiutarla ad affrontare le situazioni affannose della vita quotidiana.  

A Voi ………l’invito, nella speranza di aver suscitato curiosità………..